domenica 13 maggio 2018

Gesù, che sei la nostra redenzione

Vespri –
Ai Primi e ai Secondi Vespri della Solennità dell’Ascensione del Signore


GESÙ, CHE SEI LA NOSTRA REDENZIONE,

Gesù, che sei la nostra redenzione,
il nostro amore e il nostro desiderio,
Dio, Creatore di tutto l’universo,
fattosi uomo al compiersi dei tempi,


quale pietà ti ha spinto a caricarti
tutti i nostri peccati sulle spalle,
a patire una morte tanto atroce
così da liberarci dalla morte,


ad aprire le porte dell’inferno,
a riscattare i tuoi là prigionieri,
e a sedere di nuovo trionfando
alla destra del Padre vittorioso?


Quella stessa pietà ora ti spinga
a perdonare tutti i nostri mali
benevolo e a saziarci col tuo volto
esaudendoci quando ti preghiamo.


Sii tu la nostra gioia più sincera,
tu che sei il premio della vita eterna;
sia in te l’unica e sola nostra gloria
nei secoli dei secoli per sempre.
Amen.


IESU, NOSTRA REDÉMPTIO

Autore: anonimo del VII-VIII secolo
Metro: dimetro giambico. ˘ˉ˘ˉ|˘ˉ˘ˉ


Iesu, nostra redémptio
amor et desidérium,
Deus creátor ómnium,
homo in fine témporum,


Quae te vicit cleméntia,
ut ferres nostra crímina,
crudélem mortem pátiens,
ut nos a morte tólleres;


Inférni claustra pénetrans,
tuos captívos rédimens;
victor triúmpho nóbili
ad dextram Patris résidens?


Ipsa te cogat píetas,
ut mala nostra súperes
parcéndo, et voti cómpotes
nos tuo vultu sáties.


Tu esto nostrum gáudium,
qui es futúrus praemium;
sit nostra in te glória
per cuncta semper saecula.
Amen.



Come Gesù aveva preso la nostra carne, diventando uomo, alla pienezza dei tempi, pur essendo il Dio che aveva creato tutto l'universo, dopo avere patito una morte atroce che l'aveva portato a spalancare le porte degli inferi liberando i giusti dalle catene delle tenebre per poi riapparire ai suoi discepoli a Gerusalemme e in Galilea, così ha voluto essere la primizia di coloro che si sono rivestiti di un corpo nuovo, di un corpo mistico, che è il corpo vero, per ascendere al cielo e sedere alla destra del Padre. Ecco, questo si festeggia nella solennità di oggi, questo canta l'inno dei primi e dei secondi vespri di questa festa grandiosa, che è l'ascensione, in cui la chiesa comincia per comando proprio del signore la sua missione di evangelizzare tutti i popoli sino ai confini della Terra. E l'inno che ho provato a tradurre esprime in modo mirabile questa realtà. Per non perdere nulla o per perdere il meno possibile di quel canto stupendo, questa volta, ho usato un verso solenne e grandioso, l'endecasillabo, che abbraccia compiutamente il mistero del signore che, dalla destra del Padre, ci accompagna ogni momento della nostra vita, dandoci la certezza che il Cielo in cui è salito è già questa realtà che viviamo e godiamo.

Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine: Jesus Christ, Siddhart Gomez, https://www.freeimages.com/

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