giovedì 3 maggio 2018

Prima del risveglio

Ripenso a tutto ciò che sono stato
e che non sono più, ma non fa niente,
ritrovo tutto quello che ho passato
e che allora sembrava indifferente,


rivedo ciò che avevo accantonato
non so dove o perché, volti di gente
di cui nulla ricordo o che ho scordato,
un lontano sorriso regalato,


risento voci, vivo situazioni
mai vissute, di cui non mi vergogno,
in dolci mille liquide emozioni,


di tutto avverto lucido il bisogno
sulla scorta di musiche, di suoni
mai udite, così, come in un sogno.


Casalecchio di Reno (Bologna), 3 maggio 2018



E capita pure, alle volte, di trovarsi in situazioni assurde, eppure vissute come se fossero le più normali, perché il sogno ha uno statuto tutto suo, per cui i diversi piani si uniscono e si confondono tra loro con una frequente, per non dire eccessiva, facilità. Questa volta mi trovavo, come sempre direi, alla scuola media che ho frequentato (le Galilei di Casalecchio). Ecco, questo non me lo so spiegare, il fatto dico che molti miei sogni siano ambientati in quello strano edificio dalle finestre rosse (le finestre rosse sono un dettaglio costante, quello che mi fa capire dove io mi stia trovando), anche perché non ho particolari ricordi di quel periodo, intendo dire ricordi che si siano incisi in modo particolare nella mia memoria, almeno quella vigile. Insomma, questa volta, per quel che mi è dato ricordare, mi trovavo con un mio attuale studente... dovevo interrogarlo? Dovevo parlargli? Insomma, non lo so; però, alla fine, è arrivata come dal nulla, come fosse una sua compagna, anche se non è vero, una studentessa di qualche anno fa, cui ero molto affezionato, e ha iniziato a parlarmi, a raccontarmi (non chiedetemi che cosa, perché non lo so più). Era vestita di scuro, credo nero, ma non lo so più, ma era dolcissima come allora. Poi, a un certo punto, è avvenuta una cosa mai capitatami prima in un sogno: ero con una mia compagna di scuola, morta tragicamente. La sua immagine è scolpita nella mia memoria, alta, diafana, bionda... ed eravamo seduti davanti a uno schermo a guardare qualcosa. Mi parlava e non capivo una parola, l'ascoltavo e non riuscivo a sentirla. Forse a un certo punto non era nemmeno più lei. E poi mi sono svegliato in preda all'ansia. E adesso che sto ascoltando il "Clavicembalo bentemperato" di J.S. Bach è riaffiorato prepotentemente alla memoria quel sogno, fatto appena prima del risveglio. E mi sento ancora scosso.

Copyright (C) Federico Cinti 2018
Immagine: Petria Follett, https://www.freeimages.com/

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